Per farla brevissima, secondo la letteratura tantrica, l’energia del nostro corpo fluisce attraverso sette centri di immagazzinamento e distribuzione detti chakra, ognuno dei quali – situato in corrispondenza di ghiandole endocrine e di conseguenza collegato con il sistema nervoso parasimpatico e autonomo e con la regolazione degli ormoni – è associato a emozioni, sensazioni e funzionalità mentali e spirituali.
Uno di essi, rappresentato come un loto a quattro petali e posizionato nel coccige, si chiama MULADHARA ed è sede di Kundalini, che in sanscrito significa serpente: una definizione giustificata dal fatto che l’energia in esso contenuta è come in una condizione di stasi, arrotolata alla base dell’asse vertebrale, sigillata appena oltre il vertice dell’osso sacro. Perché diciamo tutto questo? Perché il massaggio Kundalini ha appunto lo scopo di “risvegliare” il rettile, rilasciando l’energia e indirizzando la forza centripeta Shakti verso i chakra più alti, per realizzare l’unione con Shiva, dalla quale derivano l’armonia e il bilanciamento.
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